
Gli investimenti effettuati dal primo gennaio 2025 possono dare diritto all’IRES premiale ma, per essere ammissibili, devono rispettare tutti i requisiti previsti dagli incentivi per la Transizione 4.0 e 5.0 (come l’interconnessione macchinari ed i livelli minimi di risparmio energetico) oltre alle altre condizioni previste per l’agevolazione: sono alcune delle precisazioni contenute nel decreto attuativo della misura inserita nella Manovra di Bilancio 2025 (commi 436 e seguenti della Legge 207/2025).
IRES premiale per investimenti 2025: come si applica
Per il solo 2025 in attesa di una riforma più strutturale, l’IRES premiale consiste in una riduzione di quattro punto percentuali sull’aliquota impositiva, che dal 24% ordinario scende al 20% per le imprese che accantonano in apposita riserva almeno l’80% degli utili 2024 e ne investono almeno una parte in macchinari e software per la transizione digitale e sostenibile, aumentando al contempo la base occupazionale.
Il provvedimento attuativo (DM Economia e Finanze 8 agosto 2025) contiene tutti i dettagli sui beneficiari ammessi, le caratteristiche degli investimenti agevolabili, il perimetro di applicazione dell’IRES premiale, la compatibilità con altri incentivi e le regole particolari per le società consolidate.
Soggetti beneficiari
Lo sconto sull’aliquota d’imposta sul reddito d’impresa è condizionato al reinvestimento degli utili in azienda e all’incremento della base occupazionale. Spetta a società per azioni e in accomandita per azioni (spa e sapa), società a responsabilità limitata (srl), società cooperative e società di mutua assicurazione, società europee e società cooperative europee, enti pubblici e privati diversi dalle società, trust residenti nel territorio dello Stato che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali. Tecnicamente, si tratta dei soggetti ricompresi nelle lettere a) e b) dell’articolo 73 del TUIR.
Possono essere ricompresi anche i soggetti elencati nella successiva lettera c), ovvero gli enti pubblici e privati diversi dalle società e i trust che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciale, così come gli organismi di investimento collettivo del risparmio (oicr), in relazione al reddito derivante dall’eventuale attività commerciale svolta.
Sono esclusi enti e imprese in liquidazione ordinaria, assoggettati a procedure concorsuali o che applicano il regime forfettario.
Gli utili da accantonare
Ai fini dell’IRES premiale, la quota di utili accantonati deve essere pari almeno all’80%, bisogna investirne almeno il 30% e non scendere sotto il 24% dell’utile di esercizio 2023. L’investimento deve comunque essere pari ad almeno 20mila euro. In pratica, l’investimento minimo deve essere pari almeno al maggiore di questi tre importi:
- 30% dell’utile accantonato;
- 24% dell’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023;
- 20mila euro.
Attenzione: fanno parte degli utili accantonati anche le coperture delle perdite d’esercizio (è esclusa solo la parte distribuita ai soci).
Investimenti transizione 4.0 e 5.0
Gli investimenti devono riguardare l’acquisto di beni 4.0 materiali e immateriali (macchinari e software interconnessi) compresi negli allegati A e B della legge 232/2016, oppure di beni ammessi al credito d’imposta 5.0 (che conseguono un risparmio energetico pari almeno al 3%, oppure al 5% sul singolo processo) elencati all’articolo 38, commi 4, secondo periodo, e all’articolo 5, del decreto legge 19/2024.
Questi investimenti devono essere realizzati nell’intervallo compreso dal 1° gennaio 2025 alla scadenza per l’invio della dichiarazione dei redditi (anno d’imposta 2024).
Aumento base occupazionale
La seconda condizione per accedere all’IRES premiale è l’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato.
Per la precisione, nel 2025 l’azienda deve effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato che rappresentino un incremento occupazionale dell’1% almeno sul numero di dipendenti stabili occupati nel 2024.
Il numero di unità lavorative per anno non deve essere inferiore alla media del triennio precedente: si escludono dalla media dei 36 mesi precedenti i lavoratori che si sono dimessi o sono andati in pensione per raggiunto limite di età, o sono stati licenziati per giusta causa. In ogni caso, ci deve essere un aumento occupazionale di almeno un lavoratore.
Infine, l’azienda non deve aver utilizzato la cassa integrazione nel 2024.
Cause di decadenza
L’impresa decade dall’IRES premiale se la quota di utile accantonato è distribuita entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024.
Decade anche nel caso in cui gli investimenti siano dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa oppure destinati stabilmente a strutture produttive localizzate all’estero, anche appartenenti allo stesso soggetto, entro il quinto periodo d’imposta successivo.
Cumulabilità con altri incentivi
L’IRES premiale è cumulabile con altre agevolazioni che riguardino gli stessi investimenti. La circolare del MEF dettaglia infine una serie di casi particolari, ad esempio le regole per le società consolidate o nei casi di riorganizzazione aziendale.