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Continuiamo il rinnovamento del sito, dopo l’attacco ransomware subito, ripartendo da un aggiornamento su uno degli degli argomenti più richiesti: le associazioni e il loro rapporto con l’IVA e le imposte dirette. C’è tanta confusione ancora oggi, frutto di troppe modifiche normative ma anche di troppe interpretazioni non sempre assistite da supporto legale adeguato, e soprattutto dalla presenza di tanti articoli sul web datati e fuorvianti. Non è un argomento di semplice lettura, ad iniziare dalla riforma del Terzo Settore, delle modifiche che ha introdotto, dei vari decreti attuativi emanati e da emanare. L’analisi che segue analizza esclusivamente l’aspetto delle imposte indirette, principalmente l’IVA, ma anche un riferimento a imposta di registro e di bollo.
Le associazioni sportive si qualificano, generalmente, come enti non commerciali ai fini IVA e applicano l’imposta secondo la disciplina prevista dall’art. 4 co. 4 del DPR 633/72.
Inoltre, per le associazioni sportive dilettantistiche sono previste specifiche agevolazioni.
E giusto per essere chiari sin dall’inizio: in caso di assoggettabilità delle operazioni all’IVA è obbligatoria l’apertura di una partita IVA.
IVA
Le associazioni sportive, in qualità di enti associativi, sono escluse dalla presunzione di commercialità di cui all’art. 4 co. 2 n. 1 del DPR 633/72, per cui la riconducibilità all’esercizio d’impresa delle operazioni da esse effettuate deve essere valutata tenendo conto dell’attività svolta dall’ente in via principale, secondo i criteri di cui all’art. 4 co. 2 n. 2 e 4 del DPR 633/72. Generalmente, non avendo come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, si applica la disciplina prevista dall’art. 4 co. 4 del DPR 633/72), per cui applicano l’IVA limitatamente alle cessioni e prestazioni effettuate nell’ambito dell’attività commerciale ed esercitano la detrazione IVA nei limiti previsti dall’art. 19-ter del DPR 633/72, limitatamente all’imposta assolta sugli acquisti e le importazioni inerenti a detta attività, posto che quest’ultima sia gestita con contabilità separata e conformemente agli artt. 20 e 20-bis del DPR 600/73.
Sono considerate in ogni caso commerciali le attività elencate all’art. 4 co. 5 del DPR 633/72 (es. cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, gestione di mense e somministrazione di pasti, trasporto di persone, pubblicità commerciale).
Assumono la qualifica di associazioni sportive dilettantistiche (ASD) le associazioni che rispettano i requisiti civilistici previsti dall’art. 90 della L. 289/2002. Tali enti sono destinatari di specifiche disposizioni di favore anche ai fini IVA.
Tra i requisiti di cui all’art. 90 co. 18 della L. 289/2002 vi è l’obbligo di prevedere, all’interno dello statuto della ASD, la devoluzione a fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento dell’associazione. A tal proposito, è stato chiarito che qualora i beni devoluti siano stati utilizzati dall’ente nell’esercizio di attività commerciale, la devoluzione è considerata cessione di beni soggetta ad IVA ex art. 2 co. 2 n. 5 del DPR 633/72, in quanto configura un’ipotesi di destinazione dei beni a finalità estranee all’impresa (circ. 18/E/2018).
Operazioni escluse da IVA
Fino al 31.12.2025, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle ASD a fronte del versamento di corrispettivi specifici o contributi supplementari sono escluse da IVA ex art. 4 co. 4 del DPR 633/72 se rese in conformità alle finalità istituzionali nei confronti di:
- soci, associati o partecipanti;
- altre associazioni che svolgono le medesime attività e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, nonché dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali.
Ai fini dell’esclusione da IVA è necessario che l’ente:
- abbia incluso nei propri atti costitutivi o statuti le specifiche clausole previste dall’art. 4 co. 7 del DPR 633/72;
- abbia trasmesso il modello EAS all’Agenzia delle Entrate ex art. 30 co. 1 del DL 185/2008; tale adempimento non è previsto, però, per gli enti iscritti al RUNTS (art. 94 del DLgs. 117/2017) né, dal 5.9.2023, per gli enti iscritti al RASD (art. 6 co. 6-bis del DLgs. 39/2021).
L’art. 3 del DL 113/2024 (conv. L. 143/2024) ha sancito che il richiamato regime di esclusione può essere applicato anche alle SSD costituite in forma di società di capitali senza fini di lucro, in virtù di quanto stabilito dall’art. 90 co. 1 della L. 289/2002. La medesima norma ha comunque fatto salvi i comportamenti pregressi.
È stato chiarito che non va assoggettato ad IVA l’eventuale contributo straordinario richiesto, in aggiunta all’ordinaria quota di iscrizione a un campionato sportivo, versato da soggetti non associati all’ente organizzatore (risposta a interpello 453/E/2019).
Fino al 31.12.2025, non si considerano commerciali le cessioni di pubblicazioni realizzate dalle ASD prevalentemente verso gli associati (art. 4 co. 5 del DPR 633/72).
Rilevanza IVA delle operazioni verso gli associati dal 2026
L’art. 5 co. 15-quater del DL 146/2021 prevede l’abolizione del regime di esclusione IVA a partire dall’1.1.2026 (la relativa decorrenza è fissata dall’art. 1 co. 683 della L. 234/2021, modificato da ultimo dall’art. 3 co. 10 del DL 202/2024). In particolare, dalla suddetta data, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle ASD nei confronti degli associati (comprese le cessioni di pubblicazioni) non sono più escluse, ma rilevanti ai fini dell’imposta. Analogamente, il regime non potrà più applicarsi alle SSD senza fini di lucro.
Prestazioni connesse alla pratica dello sport – Esenzione IVA
L’art. 36-bis del DL 75/2023, dal 17.8.2023, prevede l’esenzione IVA per le prestazioni di servizi strettamente connessi con la pratica dello sport (inclusi quelli didattici e formativi) resi da organismi senza fini di lucro, compresi gli enti sportivi dilettantistici di cui all’art. 6 del DLgs. 36/2021 nei confronti di soggetti che esercitano lo sport o l’educazione fisica.
Fra questi servizi, quelli didattici e formativi resi prima del 17.8.2023 sono stati ricondotti all’esenzione IVA di cui all’art. 10 n. 20) del DPR 633/72 mediante norma di interpretazione autentica.
Resta fermo il regime di esclusione IVA per le operazioni verso gli associati, in presenza delle relative condizioni (art. 3 del DL 113/2024).
Nel menzionare gli “organismi senza fini di lucro”, la norma fa riferimento, in via principale, agli enti deputati a fornire come attività principale l’attività sportiva (ASD e SSD). Tuttavia, tale nozione ricomprende anche gli enti pubblici (risposta interpello 8.1.2025 n. 2/E).
L’Agenzia delle Entrate ha escluso che l’esenzione in parola potesse applicarsi con riferimento a una prestazione di servizi complessa, consistente nella concessione in uso e gestione di un Palasport da parte di un Comune a una ASD, che comprendeva anche l’affidamento di servizi di custodia, pulizia e piccola manutenzione, nonché l’autorizzazione a svolgere pubblicità commerciale nella struttura. È stato evidenziato, al riguardo, che il relativo accordo consentiva alla ASD “di ritrarre un valore aggiunto sul piano economico, ulteriore rispetto a quello derivante dallo svolgimento dell’attività sportiva” (v. ancora risposta n. 2/E/2025).
Esenzione IVA dal 2026
L’art. 5 co. 15-quater del DL 146/2021, se da un lato attrae nel campo di applicazione dell’IVA le operazioni delle ASD verso gli associati, introduce allo stesso tempo una nuova ipotesi di esenzione che riguarda specificamente le attività sportive. In particolare, il nuovo art. 10 co. 4 n. 2) del DPR 633/72 prevede l’esenzione IVA per le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese dalle ASD alle persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica o nei confronti di associazioni che svolgono le medesime attività e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, nonché dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali (cfr. anche circ. 25.2.2022 n. 5/E). Tale norma esentativa, che diverrà efficace dall’1.1.2026, andrà coordinata con l’attuale previsione contenuta nel citato art. 36-bis del DL 75/2023.
Operazioni | Regime IVA fino al 31.12.2025 | |
Prestazioni di servizi | Verso soci/associati/partecipanti/tesserati, rese dietro corrispettivi specifici o contributi supplementari, in conformità alle finalità istituzionali | Fuori campo IVA (art. 4 co. 4 del DPR 633/72) |
Verso terzi | Imponibili | |
Prestazioni strettamente connesse alla pratica dello sport e rese a favore di persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica | Esenti (art. 36-bis del DL 75/2023) L’esenzione non si applica se le prestazioni rientrano tra quelle escluse ex art. 4 co. 4 DPR 633/72 |
|
Cessioni di beni | Verso soci/associati/partecipanti/tesserati, effettuate dietro corrispettivi specifici o contributi supplementari, in conformità alle finalità istituzionali | Fuori campo IVA (art. 4 co. 4 del DPR 633/72) |
Verso terzi | Imponibili |
Regime forfetario ex L. 398/91
Le ASD che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito proventi derivanti da attività commerciale per un importo non superiore a 400.000 euro (art. 90 co. 2 L. 289/2002) possono avvalersi del regime speciale di cui alla L. 398/91. Tale regime consente di calcolare l’IVA dovuta secondo le disposizioni di cui all’art. 74 co. 6 del DPR 633/72, ossia applicando una percentuale forfetaria di detrazione all’ammontare dell’IVA a debito derivante dai proventi conseguiti nell’esercizio di attività commerciali connesse agli scopi istituzionali (art. 9 co. 1 del DPR 544/99).
L’agevolazione riguarda, dunque, soltanto le attività strutturalmente funzionali a quella istituzionale e che ne costituiscono il naturale completamento (es. somministrazione di alimenti e bevande nello svolgimento dell’attività sportiva dilettantistica, vendita di materiali sportivi e gadget pubblicitari, sponsorizzazioni, cene sociali, lotterie; possono considerarsi connessi agli scopi istituzionali i servizi di utilizzo dei campi da gioco, degli spogliatoi, degli armadietti e di altre strutture o beni dell’ente sportivo non lucrativo; cfr. circ. 18/E/2018, § 6.2).
In relazione a tali attività, la detrazione è esercitata nelle seguenti misure:
- 50% dell’imposta calcolata sulle operazioni imponibili, comprese le prestazioni pubblicitarie e di sponsorizzazione;
- un terzo dell’imposta calcolata sulle cessioni o concessioni di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica effettuate nell’esercizio dell’attività.
Il regime ordinario continua ad applicarsi in relazione alle attività diverse (es. corsi per attività non rientranti fra le discipline sportive riconosciute dal CONI, bagno turco, idromassaggio, attività svolte con l’impiego di mezzi organizzati per fini di concorrenzialità sul mercato, ecc.; cfr. circ. 18/E/2018, § 6.2).
L’opzione è vincolante per un quinquennio. Tuttavia, se i presupposti vengono meno in corso d’anno, l’imposta si applica secondo il regime ordinario a partire dal mese solare successivo al venir meno dei presupposti (ris. 123/E/2006 e circ. 18/E/2018).
I soggetti che si avvalgono del regime ex L. 398/91 sono esonerati in generale dagli obblighi di cui al Titolo II del DPR 633/72 e, in particolare, dagli obblighi di:
- fatturazione (salvo che per le prestazioni pubblicitarie, di sponsorizzazione e per le cessioni o concessioni di diritti di ripresa televisiva e trasmissione radiofonica);
- certificazione o memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi (art. 2 co. 1 lett. hh) del DPR 696/96); tuttavia, resta obbligatoria l’emissione di titoli di accesso per le attività di intrattenimento e spettacolo (C.M. 165/2000, § 3.4, circ. 18/E/2018, § 6.9 e risposta a interpello 7/E/2020), salvo che per quelle organizzate a favore dei soci (art. 6 co. 3-bis del DPR 640/72);
- registrazione delle fatture;
- presentazione della dichiarazione IVA annuale.
Resta fermo l’obbligo di:
- conservare e numerare progressivamente le fatture d’acquisto;
- annotare l’ammontare dei corrispettivi e di qualsiasi provento conseguiti nell’esercizio di attività commerciali, anche mediante un’unica registrazione, entro il giorno 15 del mese successivo e con riferimento al mese precedente, sul modello di cui al DM 11.2.97 opportunamente integrato (annotando distintamente eventuali operazioni intracomunitarie);
- versare l’imposta con cadenza trimestrale, entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento, e senza maggiorazione dell’1% a titolo di interessi;
Dall’1.1.2024 l’obbligo di fatturazione elettronica opera anche per i soggetti che si avvalgono del regime ex L. 398/91, indipendentemente dai proventi conseguiti (inizialmente era stato previsto uno specifico esonero per i soggetti in regime speciale che avevano conseguito proventi da attività commerciali non superiori a 65.000 euro; art. 1 co. 3 del DLgs. 127/2015; v. anche art. 18 del DL 36/2022).
Manifestazioni sportive dilettantistiche
Le ASD possono certificare i corrispettivi per assistere alle manifestazioni sportive dilettantistiche mediante titoli di ingresso o abbonamenti recanti il contrassegno della SIAE, in alternativa all’emissione dei titoli di accesso con misuratori fiscali e biglietterie automatizzate (DPR 69/2002 e provv. Agenzia delle Entrate 28.11.2002).
Regime IVA per le attività spettacolistiche
Le associazioni sportive che esercitano attività spettacolistiche di cui alla Tabella C allegata al DPR 633/72 (es. manifestazioni sportive), con volume d’affari relativo all’anno solare precedente (ovvero presunto, in caso di inizio attività) non superiore a 25.822,84 euro, possono applicare il regime forfetario di cui all’art. 74-quater co. 5 del DPR 633/72, salvo opzione per il regime IVA ordinario o per il regime forfetario di cui alla L. 398/91.
In tal caso, la base imponibile è determinata nella misura del 50% dell’ammontare complessivo dei corrispettivi riscossi, con totale indetraibilità dell’IVA sugli acquisti.
Resta fermo l’obbligo di separazione delle attività ai sensi dell’art. 36 co. 4 del DPR 633/72 in caso di esercizio di più attività commerciali.
Nel caso in cui i requisiti previsti per l’applicazione del regime vengano meno, il regime cessa di avere applicazione a partire dall’anno solare successivo a quello in cui è stato superato il limite di 25.822,84 euro (art. 6 del DPR 69/2002).
Ai sensi dell’art. 8 del DPR 544/99, le associazioni sportive che applicano il regime di cui all’art. 74-quater co. 5 del DPR 633/72 sono tenute a:
- numerare le fatture ricevute;
- conservare i documenti ai sensi dell’art. 39 del DPR 633/72;
- effettuare il versamento annuale dell’IVA;
- presentare la dichiarazione IVA annuale.
Le stesse sono invece esonerate dagli obblighi di:
- annotazione dei corrispettivi;
- liquidazione e versamento periodico dell’imposta.
Ai sensi dell’art. 2 co. 4 del DPR 69/2002, le ASD che, in presenza dei requisiti, determinano l’IVA ai sensi dell’art. 74-quater co. 5 del DPR 633/72, possono certificare i corrispettivi, in alternativa all’emissione del titolo d’accesso, mediante:
- l’emissione di titoli di ingresso e abbonamenti (artt. 1 e 2 del DPR 69/2002);
- il rilascio della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale manuale o prestampato a tagli fissi (art. 8 co. 1 del DPR 544/99).
Riforma del Terzo settore
La riforma del Terzo settore (DLgs. 117/2017) non elimina le agevolazioni fiscali previste per gli enti operanti nel settore dello sport dilettantistico non lucrativo, per cui le ASD potranno scegliere se conservare dette agevolazioni ovvero, in presenza dei requisiti (art. 4 del DLgs. 117/2017), beneficiare del regime fiscale previsto per gli enti del Terzo settore (circ. 18/E/2018). Tuttavia, le associazioni che sceglieranno di iscriversi al RUNTS non potranno avvalersi del regime ex L. 398/91 (art. 89 co. 1 lett. c) del DLgs. 117/2017).
Imposta di registro – Agevolazioni per costituzione e trasformazione
Gli atti costitutivi e di trasformazione delle società e associazioni sportive dilettantistiche, nonché delle Federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, direttamente connessi allo svolgimento dell’attività sportiva, sono soggetti all’imposta di registro nella misura fissa di 200 euro (art. 90 co. 5 della L. 289/2002).
L’assoggettamento all’imposta di registro in misura fissa è subordinato alla condizione che i suddetti atti siano:
- posti in essere dalle società e associazioni sportive dilettantistiche, dalle Federazioni sportive, nonché dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI;
- direttamente connessi allo svolgimento dell’attività sportiva.
Il citato art. 90 co. 5 è abrogato dall’art. 52 co. 2 lett. a) del DLgs. 36/2021, con efficacia dall’1.7.2023. Inoltre, a norma dell’art. 12 co. 2 del DLgs. 36/2021, in vigore dall’1.7.2023 (per effetto della proroga operata dall’art. 16 del DL 198/2022), gli atti costitutivi e di trasformazione delle associazioni e società sportive dilettantistiche, nonché delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline sportive associate e degli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI direttamente connessi allo svolgimento dell’attività sportiva, sono soggetti all’imposta di registro in misura fissa (200,00 euro).
Ai sensi del co. 2-bis dell’art. 12 del DLgs. 36/2021 (inserito dall’art. 1 co. 6 lett. a) del DLgs. 120/2023) le modifiche statutarie adottate entro il 30.6.2024 (cfr. art. 16 co. 2-bis lett. b) del DL 145/2023, conv. in L. 191/2023) sono, invece, esenti dall’imposta di registro se hanno lo scopo di adeguare gli atti a modifiche o integrazioni necessarie a conformare gli statuti alle disposizioni del medesimo decreto (rientrano nell’esenzione non solo le modifiche aventi ad oggetto gli elementi elencati dall’art. 7 del DLgs. n. 36/2021, ma anche le ulteriori modifiche o integrazioni statutarie previste dal Capo I del DL 36/2021, che riguardano, nello specifico, la possibilità di esercitare attività secondarie e strumentali rispetto a quelle istituzionali; la ridefinizione delle clausole di incompatibilità degli amministratori, cfr. la circ. AdE n. 3/2024).
Le agevolazioni fiscali previste dal DLgs. 117/2017 per il Terzo settore trovano applicazione alle sole ASD che decidano di iscriversi al RUNTS.
Imposta di bollo
A norma dell’art. 27-bis della Tabella, Allegato B, al DPR 642/72, come modificato dalla legge di bilancio 2019, sono esenti in modo assoluto da imposta di bollo “atti, documenti, istanze, contratti, nonché copie anche se dichiarate conformi, estratti, certificazioni, dichiarazioni e attestazioni poste in essere o richiesti dalle federazioni sportive, dagli enti di promozione sportiva e dalle associazioni e società sportive dilettantistiche senza fine di lucro riconosciuti dal CONI”. Come chiarito nella circ. 1.8.2018 n. 18, § 8, la su citata norma trova applicazione anche a seguito della riforma del Terzo settore. L’esenzione, che concerne tutti gli atti prodotti ed i documenti richiesti dalle federazioni ed associazioni sportive (comprese, quindi, le ricevute per indennità, rimborsi spese analitici, rimborsi spese forfettari, presentati dai singoli associati a fronte di somme erogate dalle federazioni), riguarda anche le Discipline sportive associate (DSA), in quanto normativamente assimilabili alle federazioni. L’esenzione si estende anche alle ricevute emesse a fronte dell’incasso di corrispettivi per i servizi erogati agli associati/tesserati ed agli estratti di conto corrente delle associazioni o società sportive (riposta Agenzia delle Entrate 30.8.2019 n. 361).
L’esenzione non opera con riferimento alle fatture emesse dal professionista (forfettario) nei confronti dell’associazione sportiva, in quanto non si tratta di documenti “richiesti” dall’associazione, ma di documenti che il professionista è obbligato ad emettere in base alla legge (risposta AdE 20.2.2020 n. 67). Su tali documenti è, quindi, dovuta l’imposta di bollo di 2 euro, ove si superi la somma di 77,47 (naturalmente solo ove si tratti di fatture senza IVA).
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella risposta a interpello 14.6.2023 n. 346, le istanze cumulative di rilascio o rinnovo degli attestati di abilitazione ai servizi di scorta tecnica o di segnalazione aggiuntiva per le competizioni ciclistiche su strada, sono esenti dall’imposta di bollo:
- ex art. 27-bis della Tabella, Allegato B, al DPR 642/72 solo se richieste dai soggetti ivi indicati (federazioni sportive, enti di promozione sportiva e associazioni e società sportive dilettantistiche senza fine di lucro riconosciuti dal CONI);
- ex art. 82 co. 5 del DLgs. 117/2017 se richieste da enti del Terzo settore (comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma di società).