Decreto Fiscale 2025: nuova sanatoria per spingere l’adesione al concordato

Nel panorama fiscale italiano torna protagonista la sanatoria per le partite IVA che scelgono il concordato preventivo biennale: il ritorno del ravvedimento speciale. Un emendamento all’art. 12 (12.01) presentato da Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, propone di riaprire il cosiddetto ravvedimento speciale anche per il 2023, replicando la misura già adottata lo scorso anno. L’obiettivo è chiaro: incentivare l’adesione al concordato preventivo per il biennio 2025-2026, offrendo la possibilità di regolarizzare le annualità dal 2019 al 2023 con condizioni agevolate.

Come funziona la nuova sanatoria

  • Platea interessata: circa 2,2 milioni di partite IVA soggette agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) che non avevano già aderito lo scorso anno.
  • Doppio binario:
    • chi aderisce al concordato 2025-2026 potrà “scudare” le annualità dal 2019 al 2023;
    • chi ha aderito al concordato 2024-2025 potrà regolarizzare il 2023.
  • Meccanismo: Versamento di un’imposta sostitutiva con aliquota crescente in base all’affidabilità fiscale:
    • 10% per chi ha un punteggio ISA pari o superiore a 8;
    • 12% per punteggi tra 6 e 8;
    • 15% per punteggi inferiori a 6.
  • Imposta minima: non inferiore a 1.000 euro per ogni annualità, sia per IRPEF/IRES che per IRAP.
  • Scadenza: il pagamento della prima o unica rata dovrà avvenire entro il 31 marzo 2026.

Le motivazioni politiche e le critiche – L’iniziativa nasce dalla volontà parlamentare di rendere più attrattivo il concordato preventivo, dopo che la prima edizione ha registrato adesioni inferiori alle attese (meno di 600mila, di cui solo 190mila dal target dei contribuenti meno affidabili). La maggioranza punta così a recuperare gettito e a portare alla regolarità fiscale una platea più ampia di autonomi.

Tuttavia, la misura ha sollevato forti critiche dalle opposizioni. Maria Cecilia Guerra (PD) ha definito la sanatoria un “condono” e un “ennesimo tentativo di piegare la leva fiscale a una concezione profondamente clientelare”, sottolineando il rischio di favorire gruppi specifici di contribuenti in cambio di consenso elettorale. Le opposizioni evidenziano inoltre come tali provvedimenti penalizzino chi rispetta le regole, alimentando concorrenza sleale e un sistema fiscale percepito come iniquo.

Altre misure in discussione – Oltre al ravvedimento speciale, il pacchetto di emendamenti al Decreto Fiscale include:

  • proposte per ridurre l’addizionale IRPEF sulle stock option dei manager del settore finanziario, per aumentare la competitività del sistema fiscale italiano.
  • un tentativo (non ammesso) di riaprire i termini della “rottamazione quater” per chi è decaduto dai pagamenti, consentendo di riprendere i versamenti entro il 30 settembre 2025.
  • un correttivo di Forza Italia per esentare le associazioni e società sportive senza fini di lucro dal pagamento dell’IMU, indipendentemente dalle attività svolte.

La nuova sanatoria rappresenta un ulteriore tentativo di spingere le partite IVA verso il concordato preventivo, offrendo uno scudo sul passato in cambio di un’imposta sostitutiva modulata sull’affidabilità fiscale. Resta acceso il dibattito politico tra chi la considera una misura di equità e recupero del gettito e chi la vede come un condono che mina la fiducia nel sistema fiscale e premia i meno virtuosi.

Author: Antonello

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