Le imposte nascoste nella Legge di Bilancio 2026

Il taglio dell’Irpef al 33% per il ceto medio, apparentemente, rappresenta un beneficio diretto sulla tassazione del reddito, aumentando il potere d’acquisto nominale dei lavoratori dipendenti. Tuttavia, questo vantaggio viene in parte compensato da rincari indiretti su beni e servizi essenziali, come carburanti, tabacchi e altre imposte indirette. Il risultato è che, per molte famiglie, l’effetto netto potrebbe essere minimo, o addirittura nullo, in termini reali.

Cedolare secca sugli affitti brevi: penalizzazione piattaforme digitali

Dal 2026, il regime della cedolare secca per le locazioni brevi mantiene l’aliquota agevolata del 21% solo per chi affitta un unico immobile e senza intermediari digitali. Chi affitta più immobili, o si avvale di intermediari come Airbnb, vedrà l’aliquota salire al 26%, con il risultato di scoraggiare il ricorso alle piattaforme online.
Questa scelta punta a contrastare l’uso intensivo delle locazioni turistiche brevi e a favorire la locazione tradizionale, ma rischia di penalizzare i piccoli proprietari e aumentare la frammentazione del mercato.
L’utilizzo di portali telematici diventa fiscalmente svantaggioso, spingendo alcuni a preferire affitti diretti, con possibili ricadute sulla trasparenza e sulla gestione dei contratti.

Rimodulazione accise: diesel più caro, benzina meno

Dal 1° gennaio 2026, l’equiparazione delle accise tra benzina e diesel comporta un aumento del diesel di 4,05 centesimi al litro e una riduzione speculare sulla benzina. Questo cambio significa che chi utilizza veicoli diesel — spesso per lavoro o grandi percorrenze — si troverà a pagare di più ad ogni rifornimento: un pieno da 50 litri costerà circa 2 euro in più.
La misura incentiva la transizione ecologica, considerato il maggior impatto ambientale del diesel, ma rischia di gravare sulle categorie professionali e sui pendolari che non possono facilmente cambiare veicolo.
Le società di trasporto, gli autotrasportatori e chi lavora fuori sede saranno tra i più penalizzati, mentre la diminuzione della benzina avvantaggia chi utilizza questa tipologia di combustibile, soprattutto per spostamenti urbani.

Tabacchi: aumenti a cascata per tutti i prodotti combustibili

Aumentano le accise sulle sigarette (+6 centesimi a pacchetto, +10 centesimi prezzo finale), ma i rincari più forti colpiscono il tabacco trinciato (+40 centesimi per pacchetti da 30g, +65 centesimi per quelli da 50g), i sigari e i sigaretti. L’obiettivo è duplice: incrementare il gettito ed ostacolare il consumo di prodotti tradizionali, più dannosi.
Restano per ora esclusi i prodotti a riscaldamento, come IQOS e simili, in attesa di una futura equiparazione.
Oltre agli impatti su consumatori “storici”, sono previsti effetti collaterali sulle vendite e sulle piccole attività commerciali. Gli aumenti rischiano di incentivare il mercato nero e le vendite illecite, già rilevanti in alcune aree.

Fine della mini-Ires: stop ai vantaggi per imprese “non 4.0”

La mini-Ires, agevolazione che consentiva una tassazione ridotta del 20% sugli utili reinvestiti, non sarà prorogata dal 2026. Al suo posto debutta il superammortamento riservato agli investimenti 4.0 e 5.0, cioè strumenti maggiormente digitalizzati e innovativi.
Le aziende che investono in capitale umano, ma non in tecnologia avanzata, saranno escluse dal beneficio e dovranno tornare a pagare l’Ires ordinaria al 24%.
Questa scelta favorisce la digitalizzazione e la transizione tecnologica, ma penalizza chi reinveste in formazione, sicurezza o beni materiali tradizionali.
L’investimento non innovativo perde competitività nel confronto, rischiando di peggiorare la posizione delle PMI meno strutturate.

IRAP maggiorata per banche e assicurazioni

Per il triennio 2026–2028, banche e intermediari finanziari vedranno l’aliquota IRAP aumentare dal 4,65% al 6,65%, mentre per le assicurazioni si passa dal 5,90% al 7,90%. L’intervento è temporaneo, ma con un impatto considerevole sui bilanci degli istituti di credito e delle compagnie.
Lo scopo è quello di reperire risorse supplementari per far fronte alle nuove esigenze di bilancio pubblico, ma rischia di tradursi in maggiori costi per i clienti attraverso aumenti dei servizi o riduzione della competitività dei prodotti bancari e assicurativi.
Inoltre, il provvedimento potrebbe incrementare la pressione sui piccoli intermediari rispetto ai grandi gruppi, accentuando le disparità del settore.

Author: Antonello

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