Nuovo decreto anti-Covid: l’assenza del “green pass” detta le restrizioni

Il Consiglio dei Ministri si è riunito giovedì 22 luglio 2021 e le nuove misure di contenimento, tutte improntate al far assurgere al cd. “green pass” un ruolo centrale, dopo mille anticipazioni divengono realtà, seppure con contorni parzialmente ridotti rispetto a quelle che parevano fossero le intenzioni iniziali. I dettagli saranno conosciuti solo ad avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto, non ancora avvenuta al momento della stesura del presente contributo, tuttavia il quadro appare sostanzialmente delineato nelle parole del Ministro Speranza, riportate in conferenza stampa nella serata di ieri, e dal successivo comunicato rilasciato dal Governo. In attesa di poter accedere ad un quadro più dettagliato, andiamo a riepilogare gli aspetti salienti delle novità, che con un approccio di massima semplificazione potremmo descrivere come la reintroduzione di maggiori restrizioni, ma solo a carico di coloro che sono sprovvisti di certificazione verde.

Premessa

Prima di riepilogare quanto comunicato dal Governo in ordine alle nuove misure restrittive, è opportuno ricordare cosa si intende per “green pass” o certificazione verde, rimandando per maggiori approfondimenti al sito dedicato “Certificazione verde COVID-19 (dgc.gov.it)“.

La certificazione verde (cartacea e digitale) è il documento che certifica una delle seguenti condizioni: aver fatto la vaccinazione anti Covid-19, oppure essere negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore, o ancora essere guariti dal Covid-19 negli ultimi sei mesi (recentemente si è parlato per quest’ultima fattispecie di dodici mesi, in luogo di sei, ma per il momento la normativa relativa al green pass non ha accolto tale posizione).

Per quanto riguarda l’aspetto vaccinale, la certificazione traccia anche il numero di dosi somministrate, variabile questa che, nonostante le mille voci circolate nelle ultime ore, parrebbe aver perso di rilevanza: basterà la prima dose.

I nuovi criteri di “colorazione” delle aree del territorio nazionale

Viene confermato in toto il principio per il quale le Regioni possono, a seconda del grado di rischio, risultare in area bianca, piuttosto che gialla, arancione o rossa. Attualmente tutta Italia è in zona bianca, ma allo scattare della zona gialla, arancione o rossa le maggiori restrizioni varrebbero per tutti, provvisti o meno di pass (almeno per quanto ora previsto).

A cambiare, in accoglimento delle istanze avanzate dalla Conferenza delle Regioni, è tuttavia il criterio secondo il quale viene valutato il grado di rischio (e quindi la colorazione) di una determinata area: il focus non viene più posto sul numero di contagiati, bensì sul carico sopportato dalla rete ospedaliera, partendo dal presupposto che i soggetti vaccinati sono sempre più numerosi e che gli stessi, anche qualora contagiati, dovrebbero patire conseguenze minime dall’infezione da Covid-19.

Come si apprende dal comunicato stampa governativo, dal 1° agosto 2021 i due parametri principali saranno:

  1. il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19;
  2. il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19.

Le Regioni restano in zona bianca se:

  1. l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive;
  2. qualora si verifichi un’incidenza superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, la Regione resta comunque in zona bianca se si verifica una delle due condizioni successive:
    1. il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 15 per cento;
    oppure
    2. il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 10 per cento;

Si passa in area gialla se:

  1. l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 ogni 100.000 abitanti, a condizione che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia superiore al 15 per cento e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 sia superiore al 10 per cento;
  2. qualora si verifichi un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti, la Regione resta in zona gialla se si verificano una delle due condizioni successive:
    1. il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 30 per cento;
    oppure
    2. il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 20 per cento;

Il passaggio al “livello successivo”, ovvero area arancione, avviene quando si verifica un’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 150 ogni 100.000 abitanti e contestualmente vengono superati i limiti di occupazione dei posti letto di area medica e terapia intensiva prevista per la zona gialla.

Infine, da arancione a rosso in presenza di un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti e se si verificano entrambe le condizioni successive:

  1. il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è superiore al 40 per cento;
  2. il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 è superiore 30 per cento;

Le nuove limitazioni per i non possessori di green pass

Al di là dei nuovi criteri di definizione delle “zone”, a cambiare profondamente sarà, ma solo a partire dal 6 agosto 2021, l’approccio alle restrizioni, che vengono reintrodotte con riferimento a talune attività, ma solo a carico di coloro che non dispongono di “green pass”.

A soggetti sprovvisti della certificazione verde saranno preclusi:

  • Ristorazione con consumazione al tavolo al chiuso (restano invariati gli accessi, anche senza “green pass”, con consumazione al banco anche al chiuso, e la consumazione all’aperto);
  • Spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive;
  • Cinema;
  • Teatri;
  • Musei ed altri istituti e luoghi della cultura;
  • Piscine (anche all’aperto);
  • Palestre e sport di squadra;
  • Centri benessere (anche all’interno di strutture ricettive);
  • Fiere, sagre e convegni, congressi;
  • Centri termali;
  • Parchi di divertimento e tematici;
  • Centri culturali, sociali, ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione;
  • Attività di sale da gioco, sale scommesse, bingo, casinò;
  • I concorsi.

In altri termini, un qualcosa di molto simile ad una zona giallo/arancione, ma limitata ai soggetti sprovvisti di certificazione verde (salvo se di età inferiore a 12 anni o se esentati dalla vaccinazione per ragioni sanitarie).

Di per contro, vengono rivisti i limiti di capienza per gli spettacoli e gli eventi sportivi.

Dal comunicato stampa del Governo si apprende che in zona bianca e in zona gialla, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, potranno essere svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale, e l’accesso sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di “green pass”.

In zona bianca, la capienza consentita non potrà essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata all’aperto e al 25 per cento al chiuso nel caso di eventi con un numero di spettatori superiore rispettivamente a 5.000 all’aperto e 2.500 al chiuso. In zona gialla, invece, la capienza consentita non potrà essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non potrà comunque essere superiore a 2.500 per gli spettacoli all’aperto e a 1.000 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Le attività dovranno svolgersi nel rispetto di linee guida adottate.

È bene evidenziare che in caso di zona arancione o rossa tutti gli spettacoli verranno nuovamente sospesi.

Quanto agli eventi sportivi, per la partecipazione del pubblico sia agli eventi e alle competizioni di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano e del Comitato italiano paralimpico, riguardanti gli sport individuali e di squadra, organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali sia agli eventi e le competizioni sportivi diversi da quelli citati si applicheranno le seguenti prescrizioni: in zona bianca, la capienza consentita non potrà essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata all’aperto e al 25 per cento al chiuso.

In zona gialla la capienza consentita non potrà essere superiore al 25 per cento di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso. Le attività dovranno svolgersi nel rispetto delle linee guida adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, sulla base di criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico.

Le questioni rinviate

In questo colorato arcobaleno di variabili, sono rimaste nel limbo tutta una serie di situazioni che parevano dover trovare soluzione immediata, e che invece sono state rinviate a data da destinarsi, quali l’obbligo o meno di “green pass” per il trasporto pubblico (a lunga o a breve percorrenza), e la questione del personale scolastico.

Nulla di fatto anche per le discoteche: “green pass” o meno, i locali resteranno inesorabilmente chiusi.

Sanzioni

Quanto all’aspetto sanzionatorio, il quadro che emerge dal comunicato stampa è più pesante di quanto trapelato dalle anticipazioni.

Si legge infatti che “i titolari o i gestori dei servizi e delle attività autorizzati previa esibizione del “green pass” sono tenuti a verificare che l’accesso a questi servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni.
In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni”.

Conclusioni

In conclusione, dopo giornate di feroci polemiche, molte solo le novità, ma comunque di molto inferiori alle aspettative. Determinante è stata la presa di posizione della Conferenza delle Regioni, soprattutto in ordine al cambio di paradigma nel computo del grado di rischio, anche perché in assenza di queste modifiche già a partire da lunedì alcune Regioni avrebbero potuto riprecipitare in zona gialla, seppure con gli ospedali fortunatamente pressoché vuoti.

Quale potrà essere l’impatto sul tessuto economico delle misure ora introdotte è tutto da scoprire; certamente vi è da sperare che non si riproponga qui l’”effetto Grecia”, destinazione verso la quale le disdette hanno superato il 70%. Da un lato potrebbero riprendere con maggior vigore attività sinora mortificate da misure fortemente restrittive, d’altro canto, inevitabilmente, sono molti coloro che resteranno fuori da locali, palestre, eventi, musei ecc. a partire dal 6 agosto, non fosse altro perché, anche in presenza di una disperata corsa alla prima dose di vaccino, è altamente improbabile, numeri alla mano, pensare che si possa arrivare a somministrare tale prima dose a tutti coloro che ne facessero ora richiesta. Il tutto, nel mese nel quale la stragrande maggioranza degli italiani va in ferie, magari con l’intenzione di visitare un luogo di cultura, o magari, molto più banalmente, in albergo “a mezza pensione”, costringendo più di una famiglia, soprattutto quelle con figli tra i 12 ed i 15 anni per i quali la campagna vaccinale è appena iniziata, semplicemente a sperare che non piova, per non trovarsi a costretti a mangiare all’aperto sotto un diluvio.

Tra pro e contro, nel mezzo – come sempre –  gli imprenditori (i soliti imprenditori, oseremmo dire), costretti dapprima a dotarsi di plexiglass e misure varie di sicurezza, poi obbligati comunque a chiudere, per poi trasformarsi in attenti progettisti di spazi ai fini del rispetto delle distanze, e ora anche controllori sanitari, con buona pace del Garante della Privacy che già aveva fortemente richiamato in ordine alla possibilità che qualcuno potesse avanzare richiesta di esibizione del “green pass”, documento che in sé porta dati sensibili.

Una sola cosa è certa: anche i primi giorni di agosto i centralini degli studi professionali, già oberati da un numero impressionante di adempimenti, sono destinati a farsi bollenti, e non solo perché siamo in piena estate.

 

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